Suvereto e Val di Cornia Wine, il Consorzio punta su vini Doc: «4 milioni di bottiglie potenziali»

Il presidente Nico Rossi: «Prima sfida spostare produzione da Igt a Denominazioni di origine»

Suvereto e Val di Cornia Wine, il Consorzio punta su vini Doc 4 milioni di bottiglie potenziali

Sono 27 le cantine del Consorzio Suvereto e Val di Cornia Wine, con un potenziale di 4 milioni di bottiglie. Il nuovo organismo, costituito l’11 settembre 2021 con l’elezione del presidente Nico Rossi (Gualdo Del Re) punta ora a spostare la bilancia della produzione dall’Igt alle tre Denominazioni d’origine della zona, in provincia di Livorno: Suvereto Docg, Rosso della Val di Cornia Docg e Val di Cornia Doc.

Un obiettivo raggiungibile grazie agli 850 ettari a disposizione delle aziende del Consorzio Suvereto e Val di Cornia Wine. Si tratta di Agricola Carlini, Brugali Lorenzo, Colle Vento, Frascolla Giovanni, Gualdo del Re, Giomi e Zannoni, I Mandorli, Il Bruscello, Il Falcone.

E ancora: Incontri, La Batistina, La Bulichella, La Fralluca, Macchion dei Lupi, Montepeloso, Petricci e Del Pianta, Petra, Poggio Banzi, Rabitti, Renis, Rigoli, Sant’Agnese, Sasso Orlando, Tenuta Casadei, Terradonnà, Terravita e Tua Rita.

Sono lieto di rappresentare un gruppo così importante di produttori – commenta il presidente Nico Rossi -. Aderendo al Consorzio, dimostrano la volontà di intraprendere assieme un percorso difficile ma foriero di grandi soddisfazioni.

È solo unendo le forze che Suvereto e la Val di Cornia potranno ritagliarsi quel ruolo che gli compete nel panorama enologico e turistico».

VINI SUVERETO E VAL DI CORNIA: LE TRE DENOMINAZIONI

Cabernet Sauvignon, Merlot e Sangiovese sono i tre principali vitigni a bacca rossa della zona di Suvereto e della Val di Cornia. Coprono circa il 70% del vigneto complessivo. Al loro fianco, non trascurabili porzioni di Cabernet Franc (6%), Petit Verdot (6%) e Syrah (5%).

Importante anche la presenza del Vermentino. Copre il 7% del vigneto locale e rappresenta, da solo, l’80% delle superfici a bacca bianca. Un vitigno su cui la Toscana sta investendo molto. Un alter ego ai più noti rossi, che godono di fama internazionale.

«Si tratta di vitigni introdotti a inizio Ottocento da Elisa Bonaparte Baciocchi – precisa Nico Rossi – sorella dell’imperatore Napoleone. Fu lei, nel periodo in cui resse il Principato di Lucca e Piombino, a realizzare in zona un vigneto “da coltivare all’uso di Bordeaux“.

«POTENZIALE DI 4 MILIONI DI BOTTIGLIE»

«Il potenziale produttivo della zona – continua il presidente – supera i 4 milioni di bottiglie, in larga misura rivendicate come Igt. Ciò significa che una delle prime sfide sarà quella di spostare una fetta importante della produzione verso le Denominazioni di Origine tutelate. L’obiettivo che ci poniamo nel prossimo biennio è di superare quota un milione di bottiglie rivendicate».

Per riuscirci, il Consorzio punta a una valorizzazione complessiva della Val di Cornia, ultima propaggine meridionale della provincia di Livorno. Circondata dal Parco dei Montioni, dalle Colline Metallifere e dal Parco forestale di Poggio Neri, la valle segue il percorso dell’omonimo fiume. Defluisce poi nel mar Tirreno, non lontano da Piombino. Sullo sfondo, la sagoma dell’Isola d’Elba.

LA SFIDA DELL’ENOTURISMO

«Una regione – ricorda Nico Rossi – che vede nell’acqua il suo elemento dominante. La presenza di grandi falde acquifere nel nostro sottosuolo consente lo sviluppo di tante coltivazioni agricole, di cui la vite è solo quella più nota. In una fase storica segnata dalla penuria idrica siamo convinti che questo unicum rivestirà un ruolo fondamentale per la nostra crescita».

Altri focus del Consorzio Suvereto e Val di Cornia Wine saranno dunque turismo ed enoturismo. «La nostra regione – conferma il presidente – offre molteplici opportunità per chi ricerca esperienze di matrice culturale, termale, agroalimentare e, ovviamente, enologica. Il vino qui rappresenta solo la punta di diamante di un territorio intatto, capace di conquistare chiunque desideri contatto con la natura ed enogastronomia di qualità».

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